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Gli insetti
cibo del futuro

Gli insetti commestibili : un cibo del passato o del futuro?

Gli insetti commestibili sono un cibo che appartiene al nostro passato, o sono un cibo del futuro?

Certamente gli insetti sono presenti in tutte le catene alimentari, e in passato il loro consumo era molto più diffuso di quanto possiamo pensare. Oggi, secondo la FAO, oltre 2 miliardi di persone consumano abitualmente insetti, ma sono per lo più popolazioni che risiedono vicino alla fascia equatoriale. Qui, le condizioni climatiche sono favorevoli alla vita di molti insetti, anche commestibili.

Gli insetti: Un cibo del passato

Fin dagli albori dell’umanità, il consumo di insetti ha occupato un posto importante nelle abitudini alimentari degli esseri umani più primitivi. Sei milioni di anni fa, il nostro ultimo antenato comune, la scimmia, si nutriva di insetti. Poiché gli scimpanzé di oggi hanno condizioni di vita molto simili, possiamo ricostruire com’era la vita dei nostri fratelli metà uomini e metà scimmie.

Si hanno testimonianze di consumo di insetti da parte dell’ Homo erectus, che è apparso nella fase evolutiva 1,9 milioni di anni fa e poteva usare il fuoco e cucinare il cibo. Cercava e mangiava gli insetti, poiché aveva bisogno di proteine per sostenere le crescenti necessità  cerebrali.

Ma con l’arrivo dei Neanderthal 250.000 anni fa, l’arte di mangiare gli insetti iniziò a svanire. I Neanderthal lasciarono la loro patria in Africa e si trasferirono nella gelida Europa durante l’era glaciale. Preferivano nutrirsi di selvaggina grossa e, a causa del freddo, non c’erano quasi insetti da nutrire, e i pochi che esistevano non erano molto grandi, quindi non valeva la pena cacciarli. Anche per questi motivi storici e climatici, una forte tradizione di mangiare insetti non si è mai sviluppata nei paesi Europei.

In altre parti del globo…

Eppure non tutti hanno deciso di trasferirsi in Europa. L’esistenza di un ponte di ghiaccio tra la Siberia e il Nord America ha fatto sì che grandi popolazioni si stabilissero in regioni più tropicali come il Sud America, dove il consumo di insetti continuava a essere praticato, arrivando sino ai nostri giorni.

In effetti, ci sono solo tre paesi situati al di fuori dei tropici in cui è continuato il consumo di insetti, vale a dire Cina, Giappone e Messico.

Nonostante ciò, l’agricoltura era un metodo di produzione alimentare più popolare. Era preferito perché rispetto alla coltivazione dei raccolti, la raccolta degli insetti era più difficile perché erano piccoli e difficili da cacciare.

Inoltre, a causa della devastazione dei raccolti da parte di sciami di locuste e altri parassiti, gli insetti sono diventati il nemico man mano che l’agricoltura è diventata più strutturata. L’allevamento degli animali più grandi è diventato un modo più efficiente per produrre le proteine tanto necessarie.

Gli insetti commestibili: perché un cibo del passato potrebbe diventare cibo del futuro

In alcuni blog precedenti abbiamo trattato il tema del consumo degli insetti edibili nella storia.

Tutt’ora in Europa esistono casi isolati di alimenti che contengono insetti commestibili.

L’entomofagia, tuttavia, non è una pratica molto diffusa alle nostre latitudini in quanto storicamente si è sempre ritenuto più efficiente produrre proteine animali da mammiferi o ovipari più grandi.

Eppure, nella ricerca costante di sistemi alimentari più sostenibili, gli insetti potrebbero rappresentare un valido contributo per la cosiddetta protein shift.

Pensiamo per esempio, senza nessuna intenzione di demonizzare un alimento verso un altro, ad un hamburger di carne “tradizionale”.

Mediamente contiene circa  18% di proteine 18% di grassi. Una cavalletta o un grillo essiccato, invece, può contenere tra il 50 e  60% di proteine e meno di 10% di grassi. Inoltre, rispetto a qualunque altra carne di animali terrestri, gli insetti sono molto più efficienti nel convertire la biomassa in proteine.

Pensiamo, ad esempio, che in media quarantacinque chilogrammi  di mangime producono 4,5 chilogrammi  di manzo, ma la stessa quantità di mangime produce 20 chilogrammi circa di carne di grillo.

Le principali barriere

Il consumo di insetti è certamente ostacolato, ancora da diversi fattori in Europa. Prima che oltre ad essere cibo del passato diventino cibo del futuro gli insetti edibili dovranno superare diversi ostacoli.

Chi è allergico ad acari o crostacei non può consumare alimenti a base di insetti. Questo è uno dei problemi di sicurezza più noti su cui anche l’Efsa, nelle varie opinioni, si è espressa.

Tra le principali barriere al consumo di insetti in Europa certamente il fattore disgusto, derivante dalla nostra cultura occidentale abituata a consumare principalmente carni di grossi animali, e il quadro normativo Novel Food. Quest’ultimo rappresenta una garanzia per la sicurezza dei consumatori finali, ma è ancora un ostacolo importante per i produttori che volessero intraprendere l’iter autorizzativo dei propri alimenti a base di insetti commestibili.

Le recenti evoluzioni normative, la spinta verso sistemi alimentari più sostenibili, il progresso scientifico che in ambito delle tecnologie alimentari consente di intervenire con ampi margini di successo sui profili sensoriali degli alimenti lasciano, tuttavia, grandi speranze verso questo potenziale settore.

Gli insetti edibili potrebbero quindi non solo essere accettati dai consumatori in un futuro non troppo lontano, ma come nel caso del pesce crudo o dei crostacei, diventare di moda e ricercati, come una prelibatezza esotica che aggiunge varietà e gusto alle nostre tavole.

 

 

 

 

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