Alia è una start up innovativa agro alimentare che vuole contribuire concretamente alla produzione italiana di proteine alternative da insetto edibile, per il benessere del consumatore e del pianeta.

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Gli insetti

Packaging alimentare e sostenibilità

Il packaging racconta molto di un prodotto alimentare e della sua vocazione alla sostenibilità. Questo concetto è forse ancora più valido per un alimento innovativo come può essere la polvere di grillo. In Alia Insect Farm  stiamo lavorando per trovare la soluzione migliore, studiando le possibili alternative e concentrandoci sulle caratteristiche di sostenibilità e circolarità che il nostro pack dovrebbe avere.

Le funzioni del packaging : anche sostenibilità

Siamo partiti nel nostro viaggio alla ricerca del packaging più adatto da quelle che sono le funzioni primarie di un “involucro” per alimenti. Le funzioni più importanti individuate nel nostro caso, ma comuni a quasi tutti i packaging di prodotti alimentari, sono:

Proteggere la farina di grillo da danni ossidativi, microbiologici, meccanici

Maneggiare con facilità il prodotto non solo durante il suo consumo, ma anche durante la sua commercializzazione, che prevalentemente avverrà tramite canale e commerce

Comunicare i benefici nutrizionali e le caratteristiche del prodotto

Avere una funzione ambientale, concorrendo positivamente allo smaltimento del packaging grazie a materiali idonei e indicazioni chiare in etichetta che facilitino i comportamenti del consumatore.

Sono tante le aziende alimentari che mettono in pratica azioni volte a modificare i propri packaging ricercando soluzioni più sostenibili. Nel nostro piccolo, anche noi di Alia Insect Farm stiamo lavorando ad una soluzione che tenga conto del ciclo di vita del prodotto, compreso il post consumo. La scelta del nostro pack sarà quindi inspirata dai principi dell’economia circolare e della sostenibilità.

I punti fermi sulla sostenibilità del nostro packaging alimentare

Già dalle prime fasi di progettazione del nostro packaging abbiamo scelto di lavorare per limitare al massimo la quantità dei materiali di confezionamento, scegliendo tra le ultime tecnologie del settore,

Tendiamo ad escludere l’uso di materiali eterocomposti, in favore di altri di più facile smaltimento.

Siamo inoltre alla ricerca della migliore logistica possibile per la nostra polvere di grillo affinché sia gestita al meglio il magazzino e il trasporto.

Nella scelta dei materiali di imballaggio ci concentriamo soprattutto sulla sua riciclabilità. Per questo stiamo valutando solo imballi riciclabili, che non pregiudichino le caratteristiche organolettiche o la qualità del prodotto.

Affinché il nostro pack sia uno strumento utile di informazione al consumatore, vogliamo mettere in atto processi in linea con quanto previsto dal piano di azione della Comunità Europea in ambito di economia circolare. In questo modo anche Alia Insect Farm darà il suo contributo verso un modello di crescita rigenerativo, in cui il packaging giochi un ruolo fondamentale. Stiamo quindi studiando come informare tramite il pack il consumatore in modo semplice ed esaustivo sulle modalità di smaltimento dell’involucro. Sappiamo come il consumatore apprezza strumenti di informazione aggiuntiva, quali il QR code o il codice a barre, per accedere ad informazioni ulteriori non sempre inseribili nello spazio dell’etichetta.

Cosa pensa il consumatore della sostenibilità del packaging (alimentare e non)

Recenti ricerche, anche in Italia, evidenziano come un consumatore consapevole si aspetti dal packaging di un prodotto alimentare non solo la funzione di protezione del prodotto, ma anche quella di riduzione dello spreco e con un positivo impatto ambientale.

Il packaging di un prodotto infatti arriva a fine vita del prodotto stesso, e rappresenta l’anello di congiunzione verso la possibile seconda vita del materiale usato come imballaggio.

Il consumatore italiano, secondo una ricerca CONAI recente, dimostra una certa predisposizione cognitiva ed emotiva verso la circolarità del packaging. Durante la pandemia, questo atteggiamento pare essersi maggiormente accentuato. Il consumatore quindi appare predisposto ad operare una scelta d’acquisto indirizzata verso prodotti che comunicano attenzione all’ambiente. Questo si traduce non solo nella scelta di prodotti alimentari che siano sostenibilileggi il nostro approfondimento sulla sostenibilità degli insetti edibili -, ma si valorizza anche il prodotto con un packaging identificato come riciclabile, o proveniente da fonti riciclate, o facile da smaltire.

Il consumatore è consapevole che un prodotto sostenibile e attento alla circolarità potrebbe avere un punto di prezzo superiore. Certamente, politiche attente ai costi superiori di un packaging sostenibile e incoraggianti per le imprese avranno il compito di assicurare una transizione virtuosa verso modelli sostenibili e circolari sia da chi produce, che da chi consuma.

Le etichette ambientali – alcuni esempi

Oltre agli adempimenti obbligatori sull’etichettatura degli imballaggi (per alimenti e non), esistono alcuni marchi facoltativi che possono aiutare il consumatore ad orientare i propri comportamenti.

Ecolabel: Il marchio Ecolabel UE non si applica ai prodotti alimentari, né ai mangimi per animali, ai medicinali ed ai dispositivi medici. Si rivolge ai consumatori garantendo che i prodotti certificati, oltre ad avere elevate prestazioni, hanno un ridotto impatto ambientale lungo l’intero ciclo di vita. La certificazione viene effettuata da indipendenti

PEF: Product Environmental footprint. E’ una misurazione che tiene conto di diversi criteri per misurare la performance ambientale di un prodotto durante il suo intero ciclo di vita. Tiene conto della produzione delle materie prime, la lavorazione, l’imballaggio, la distribuzione fino alla gestione dei rifiuti.

Made Green in Italy: Basato sul PEF, è un marchio che si ripropone di creare dei benchmarks di confronto su criteri che rilevano ai fini della sostenibilità ambientale. Per ottenerlo, le aziende devono dimostrare di avere prestazioni ambientali pari o superiori al benchmark di riferimento. Questa è una novità molto interessante, che distingue lo schema italiano da altri schemi di certificazione ambientale di prodotto.

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