Gli insetti edibili nella storia
Gli insetti edibili nella storia
Gli insetti edibili fanno parte della storia e della cultura di molti popoli. Ancora oggi, essi sono consumati da oltre 2 miliardi di persone nel mondo (FAO). Alcuni paesi occidentali hanno da qualche anno mostrato un certo interesse verso gli insetti come cibo e come mangime per animali.
Il consumo di insetti può essere fatto risalire a linee temporali preistoriche. Prima di utilizzare strumenti di caccia e agricoltura, gli ominidi includevano ampiamente gli insetti come parte della loro dieta. Nelle epoche successive, gli insetti hanno continuato a sopperire all’assenza di fonti di carne. Il nostro organismo, a distanza di millenni, mantiene il ricordo di questa alimentazione paleolitica.
Il consumo di insetti nella storia e nella cultura europea è testimoniato da storici greci e romani che descrivono le cicale come un alimento presente nei banchetti greci.
Plinio il Vecchio nel 30 d.C. scrive di insetti commestibili come ingrediente di ricette per i piatti prelibati destinati a nobili romani. Il cous cous, o un piatto simile al cous cous, era reso più nutriente con l’aggiunta di larve che, prima di essere introdotte nella pietanza finale, venivano ingrassate con farina e vino.
Aristotele, in Historia Animalum, racconta che la larva della cicala raggiunge il sapore migliore quando sta per diventare una ninfa, e che le femmine sono ancora più gustose dopo l’accoppiamento.
Altre testimonianze
Nella Bibbia si legge: Levitico 11, 20-23
- 20 Vi sarà pure in abominio ogni insetto alato che cammina su quattro piedi.
- 21 Però, fra tutti gl’insetti alati che camminano su quattro piedi, mangerete quelli che hanno gambe al disopra de’ piedi per saltare sulla terra.
- 22 Di questi potrete mangiare: ogni specie di cavalletta, ogni specie di solam, ogni specie di hargol e ogni specie di hagab.
- 23 Ogni altro insetto alato che ha quattro piedi vi sarà in abominio
Ulisse Aldovandi nel 1602 scrive in De Animalibus Insectis Libri Septem che i soldati tedeschi vengono ripetutamente in italia e, quando possono, mangiano con evidente piacere i bachi da seta fritti.
In Thailandia 150 specie di insetti raccolte dalla comunità locale sono parte della dieta abituale. Una ricca storia sull’entomofagia proviene anche dal Kenya e dal Burkina Faso.
Gli insetti facevano parte anche della dieta tradizionale giapponese. Nel 1919 sono state documentate circa 55 specie di insetti commestibili.
In Messico, il consumo di insetti risale tradizionalmente agli insediamenti preispanici. Le fonti bibliografiche indicano che dal 35% al 45% della popolazione messicana consuma insetti regolarmente o occasionalmente.
In Australia, gli insetti fanno parte delle diete tradizionali degli aborigeni e gli insetti commestibili sono ancora legalmente commercializzati.
Un’altra tradizione alimentare che vede l’utilizzo degli insetti riguarda la trasformazione del latte in un formaggio noto come Casu Marzu (Sardegna), U Casgiumerzu (Corsica), Pecorino Marcetto (Abruzzo, Italia), Trulo Sir (Croazia) o tipi specifici di Queso de Cabrales (Asturias, Spagna), utilizzando larve di mosca.
In Niger, non è raro trovare cavallette in vendita nei mercati locali o vendute come snack sui bordi delle strade. Si è rilevato che le cavallette raccolte nei campi di miglio erano vendute nei mercati locali ad un prezzo superiore al miglio stesso. Evidentemente, le proteine da insetto edibile sono apprezzate e valorizzate economicamenteanche dalle economie rurali del luogo.
In America Latina la “chapuline” (Sphenarium) è probabilmente la cavalletta commestibile più nota presente nella dieta di queste popolazioni per secoli e che viene ancora oggi consumata.
Oggi in Europa
Attualmente, gli insetti edibili sono un mercato di nicchia nell’UE, ma questo trend sta cambiando: il numero di persone disposte a provare cibo a base di insetti è in aumento. Questa tendenza è supportata da una consapevolezza dei benefici, sia nutrizionali che ambientali, dell’entomofagia.
I prodotti a base di insetti già sul mercato includono insetti interi, come i vermi della farina essiccati, a volte aromatizzati con menta o altri aromi, e grilli essiccati e macinati (farina di grilli) consumata tal quale o come ingrediente per realizzare altri prodotti trasformati, come barrette, pasta, snack.
Uno studio condotto in Belgio dall’introduzione sul mercato di alimenti contenenti insetti nel 2016 afferma che i consumatori sono consapevoli del fatto che esista una scelta alimentare in più, rappresentata appunto dagli alimenti contenenti insetti.
La parte della popolazione belga che ha consumato insetti è ancora poco superiore al 10%. Lo studio ha dimostrato che 3/4 del gruppo che ha provato cibi a base di insetti continua a consumarli; inoltre, coloro che non avevano assaggiato questi prodotti si dicono favorevolmente disposti a farlo.
Interessante l’articolo riportato nel link, una lettura che ci porta indietro nel tempo: un cibo del futuro che viene dal passato!
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