Proteine innovative e alternative
La strategia delle proteine innovative e alternative- l’esempio olandese.
Nel 2018, la Commissione europea ha chiesto a tutti gli Stati membri di definire una strategia nazionale sulle proteine per diventare meno dipendente dalle importazioni. A dicembre 2020, Carola Schouten – Ministro dell’Agricoltura Olandese – ha presentato la Strategia Nazionale sulle Proteine (NES). Il governo olandese stimolerà la coltivazione di colture ricche di proteine. Si propongono investimenti importanti per la ricerca di fonti alternative e innovative di proteine, sia per alimentazione umana che animale. Tra queste, ci sono insetti e microalghe. Il NES indica la transizione verso un’agricoltura più sostenibile, una migliore qualità del suolo e maggiore biodiversità. Si indicano anche obiettivi verso minori emissioni, lotta allo spreco alimentare e un maggior equilibrio tra alimenti vegetali e animali nella dieta. La strategia contiene circa 25 azioni concrete.
Sistemi alimentari sostenibili e proteine innovative e alternative
Per promuovere sistemi alimentari più sostenibili che abbiano un impatto diretto sulla crisi del clima, la filiera di produzione delle proteine è un anello importantissimo della catena.
Aumentare la produzione locale di proteine, integrando i principi di economia circolare, consentirà ai vari paesi europei una sempre maggiore libertà dai mercati esteri. L’innovazione e le pratiche agricole che favoriscono la transizione verso sempre minori emissioni sono necessarie per indirizzare le produzioni verso sistemi alimentari sempre più sostenibili. Le proteine, sia animali che vegetali, sono uno dei capitoli più importanti di questo ampio discorso.
Strategia europea per promuovere le colture proteiche
Il parlamento Europeo nel 2018 si è espresso sulla necessità di una strategia europea per promuovere le colture proteiche.
L’ Unione Europea soffre di un deficit importante in termini di proteine vegetali a causa delle esigenze del proprio settore zootecnico. Questo comporta una certa dipendenza dalle importazioni di mangimi da paesi terzi. La volatilità dei prezzi sui mercati internazionali è aumentata. Il costo della soia – una coltura ad alto valore proteico -è pressoché raddoppiato in termini reali dal 2007 e il consumo di proteine vegetali a scopo zootecnico è aumentato in tutti gli Stati membri. Negli ultimi anni, la Cina – che assorbe più di due terzi della produzione del Brasile -è diventata il principale paese esportatore di soia a livello mondiale e ha sviluppato una propria strategia non trasparente di garanzia di approvvigionamento. Anche attraverso incentivi mirati in agricoltura, l’UE vuole promuovere colture alternative proteiche. In questo modo si vuole garantire la corretta gestione della nutrizione animale nei nostri allevamenti e allentare la dipendenza da forniture extra EU.
Incoraggiare una strategia di proteine innovative e alternative – esempio Olandese
I terreni coltivabili nei Paesi Bassi sono limitati, e il paese ha bisogno di identificare nuove fonti proteiche per soddisfare il bisogno proteico della popolazione. Un’altra fonte proteica – animale – innovativa ed alternativa riguarda gli insetti. Si stima infatti che, entro il 2025, il 10% delle proteine nei mangimi e il 20% nel cibo umano potrebbero essere sostituite da proteine di insetti. Queste ultime sono considerate oltre che molto valide da un punto di vista nutrizionale, anche sostenibili. L’Olanda investe in programmi di ricerca e in partenariati pubblico-privato per studiare la sicurezza degli insetti per uso alimentare e mangimistico. I Paesi Bassi sono una voce favorevole in seno alla Commissione Europea e promuovono normative comunitarie per l’utilizzo di proteine di insetto nei mangimi per animali da pasto.
Il progetto Susinchain
SUSINCHAIN è un progetto di ricerca finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Horizon 2020. Il progetto ha proprio lo scopo di contribuire allo sviluppo di nuove tecnologie per la produzione di mangimi e alimenti con insetti come fonte alternativa di proteine innovative. Il progetto coinvolge due partner italiani: Università di Torino e Università Politecnica delle Marche.
Susinchain si focalizza sui fattori che possono migliorare la redditività della filiera degli insetti edibili nonché sviluppare il mercato di questo settore.
La durata del progetto è di 48 mesi e coinvolgerà 18 partner industriali e 17 partner del mondo accademico con un budget totale di oltre 8,5 milioni di euro. Il progetto è coordinato dal Dr. Teun Veldkamp e dalla Prof. Ine van der Fels-Klerx entrambi della Wageningen University & Research (WUR), la più importante istituzione universitaria e di ricerca olandese.
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