Un modello di sostenibilità del sistema alimentare è una delle sfide più importanti in discussione oggi nel nostro paese. Non solo per la crisi economica di un settore molto colpito, in cui per esempio i ristoratori non possono ospitare i clienti perchè chiusi a causa della pandemia. Non solo perché lo smart working ha ribaltato la logica delle pause pranzo e tutto l’indotto ad esse correlato. Certamente la filiera alimentare ha accusato il colpo, come tanti altri settori del resto, e nessuno ha la soluzione in tasca. L’assistenzialismo, finché dura e per i fortunati che riescono ad intercettare gli aiuti di stato, lenisce alcune ferite, ma non cura. La soluzione definitiva resta ancorata alla speranza di poter ripartire con la libertà di lavorare e generare valore per un sistema libero di consumarlo.

Come risponderà la filiera alimentare alla crisi che stiamo vivendo? Abbiamo assistito all’impennata dell’ e-commerce come un esempio di creatività per resistere all’emergenza pandemica.

Tuttavia, parliamo di una parte della filiera, dall’indotto molto vasto,  per la quale un ripensamento da farm to fork appare necessario.

Definire la sostenibilità alimentare

Non è facile definire un concetto ampio come la sostenibilità alimentare Non esiste una definizione che possa accontentare tutti.

Possiamo riferirci ai principi del Green Deal Europeo e della strategia Farm to Fork per identificare la sostenibilità alimentare come un percorso fatto di azioni e obiettivi che mirano a ridurre il più possibile gli impatti negativi sul nostro pianeta, aumentando il più possibile i benefici per gli stakeholders del settore.

La sostenibilità alimentare passa dalla collaborazione tra filiere integrate capaci di efficientare risorse riducendo gli sprechi. Nello stesso tempo aumentando le rese e la qualità produttiva.

Nel concetto di sostenibilità convivono benefici economici, sociali e ambientali.  Le strategie di innovazione in campo agro alimentare non possono esimersi dal definire i passaggi necessari per intervenire sulla riduzione degli sprechi, sulla riduzione dei gas serra, sulla filiera della produzione delle proteine classiche e alternative, sulla transizione verso modelli agricoli innovativi e low carbon.

Cosa pensa il consumatore della sostenibilità alimentare

Nel settore alimentare, ricerche di mercato recenti evidenziano come il consumatore premi la relazione tra prodotti che fanno bene alla salute e al pianeta.

La sostenibilità è spesso intesa dal consumatore finale come produzione di prodotti sani e naturali, a basso impatto ambientale, a filiera controllata e provenienza certa, con packaging ecosostenibile, etc.

Ma i consumatori valutano anche il prezzo della sostenibilità, e in periodi di crisi come quella attuale, a scaffale il costo della sostenibilità fa spesso,ancora, la differenza.

La sfida per gli operatori è quella di riempire la sostenibilità alimentare di contenuti e significati.

Affinché non diventi nel tempo un concetto troppo alto e abusato, distante dal consumatore e dai suoi reali bisogni, il cibo sostenibile sostenibile deve diventare e rimanere alla portata di tutti.

Dinamica generativa della sostenibilità

Non è dunque una frase fatta quella che identifica la sostenibilità come un percorso. E’ un journey che si basa sulla consapevolezza di tutti coloro che operano nella filiera, e che senza scorciatoie investe in cultura di dinamica generativa, e non estrattiva del valore.

Le aziende impattano sul territorio con il loro operare.  Sono estremamente interconnesse: con i consumatori per generare fiducia, con le altre aziende per limitare lo spreco e generare circolarità.

Il profitto e il denaro assumono così, anche nella filiera alimentare, un significato diverso: da generazione simbolica di tutti i valori, a strumento al servizio di investimenti strategici per determinare livelli di servizio più avanzati. Così la sostenibilità diventa parte integrante della strategia, per conseguenti posizionamenti di mercato e differenziazioni competitive.
Guardando con consapevolezza alle risorse che abbiamo a disposizione, la sostenibilità alimentare ci può aiutare nella scelta di come utilizzare queste risorse per il futuro.

Sostenibilità degli insetti edibili

In questo contesto, gli insetti edibili rappresentano un’opportunità per portare innovazione sostenibile nel mondo del settore agro alimentare.

Gli insetti edibili consentono allevamenti intensivi più sostenibili, riduzione della quantità di acqua e mangime necessario per gli animali. La produzione di proteine alternative contenute negli alimenti con insetti commestibili è a basso impatto ambientale.

Gli insetti rappresentano un modo per introdurre nella dieta nuovi alimenti ad alto valore nutrizionale che siano anche sicuri, buoni e facili da consumare.